25 anni appena festeggiati all’insegna del motto aziendale “Slitter Engineering”: due parole che racchiudono la vera essenza di Temac, nonchè il suo spirito innovatore. Grazie a un know-how interno in automazione industriale, l’azienda dà vita a dei veri e propri progetti su misura per i suoi clienti non solo nel settore del packaging flessibile, ma anche in settori collaterali altamente specializzati, dove a fare la differenza non sono i grandi numeri, ma la qualità e la specificità delle soluzioni tecnologiche adottate. Ne parliamo in questo articolo e nell’approfondimento video con Massimo Cerliani, sales manager dell’azienda.
Correva il marzo del 2000, un anno importante per Temac che, fondata poco meno di un anno prima, si mostrava per la prima volta al grande pubblico fieristico nazionale e internazionale nella fiera Plast. Eravamo ancora nel vecchio quartiere fieristico di Milano: io da poco entrato nella redazione di Converter visitai quell’edizione, una delle mie prime fiere, e di lì a poco sarei stato catapultato nella grande Drupa. Fu proprio in quell’occasione che conobbi Massimo Cerliani e la neonata Temac, e trovarmi oggi a raccontarne i primi 25 anni di attività è un pò come riavvolgere il nastro del tempo, e rivivere le piacevoli sensazioni di quei primi passi nel fantastico mondo della stampa e del converting.
“Inseriti fin da subito nel settore delle macchine per il taglio da bobina a bobina, io e il mio socio di allora Guido Collavino progettavamo le macchine, le cui componenti venivano costruite da officine meccaniche di nostra fiducia, mentre noi ci occupavamo del montaggio e collaudo prima della consegna”, esordisce Massimo Cerliani, che prosegue nel suo racconto – “nel corso degli anni siamo cresciuti, sia a livello di collaboratori, che anche di dimensioni, prima nella vecchia sede di Lonate Pozzolo (Va), per poi giungere quasi cinque anni fa nell’attuale plant di Cassano Magnago (Va), con ampi spazi, dove abbiamo impostato un processo di produzione di tipo industriale, che ci ha permesso anche di crescere a livello di quote di mercato, con il 60% della nostra produzione destinato all’export”.
Temac, i sarti del converting!
Oggi l’azienda ha in organico una quindicina di collaboratori, che nella nuova sede, a due passi dall’aeroporto di Malpensa, progettano e costruiscono soluzioni di taglio e ribobinatura per l’industria dell’imballaggio flessibile. Non solo: il profondo know-how presente in azienda ha consentito a Temac di ampliarsi anche ad altri settori che con il packaging non hanno nulla a che fare, ma che le hanno permesso di farsi conoscere a livello globale come un partner affidabile, capace di farsi carico delle richieste dei clienti e di tramutarle in soluzioni tecnologiche uniche nel loro genere. È il caso ad esempio di una taglierina-ribobinatrice che verrà installata a breve in un’azienda del milanese, che si occupa di applicazioni medicali.
Questa macchina, sviluppata insieme all’ufficio tecnico del cliente, verrà installata in camera bianca e tratterà materiali in tessuto non tessuto; dall’ergonomia, a soluzioni specifiche per la manipolazione delle bobine automatiche, dalla gestione e rimozione delle polveri di lavorazioni alla gestione delle temperature della macchina, fino al colore stesso della macchina: tutto è stato studiato nei minimi dettagli per adattare la taglierina-ribobinatrice a un ambiente di produzione estremamente particolare come è la camera bianca.
Il delicato ruolo della taglierina-ribobinatrice nel processo di converting
“Se da un lato il nostro background tecnico ci ha portato a sviluppare molte soluzioni uniche e speciali, abbiamo anche noi una gamma di soluzioni standard per qualsiasi esigenza di mercato”, aggiunge Cerliani. L’imprenditore evidenzia inoltre un aspetto fondamentale nella gestione della produzione, che deve rispettare degli standard qualitativi molto elevati, a partire dalla componentistica, che è alla base di soluzioni tecnologiche affidabili nel lungo periodo, mettendo al riparo cliente e costruttore da continui e costosi interventi di manutenzione. Questa filosofia produttiva è stata adottata da Temac non solo per le soluzioni speciali, ma anche per le linee di produzione standard.
“Molto spesso si tende a sottovalutare l’importanza di una taglierina-ribobinatrice, una tecnologia che nel processo di produzione nell’industria del packaging è a fine linea, dopo le accoppiatrici e le macchine da stampa, impianti tecnologicamente avanzanti, costosi e molto complessi. Bisogna però fare attenzione, perché una taglierina non performante può danneggiare irrimediabilmente una bobina accoppiata e stampata, con danni economici di rilievo: ecco perché abbiamo deciso di proporre al mercato, anche nelle nostre linee standard, determinati livelli qualitativi sotto i quali non siamo disposti a scendere”, aggiunge ancora Cerliani, e questo è sicuramente un elemento chiave nel successo di fidelizzazione della clientela.
EcoSystemac, la risposta alle esigenze di sostenibilità
Forte di un concetto costruttivo che ha messo al centro del rapporto con il cliente la massima trasparenza, ogni componente hardware della macchina è inserito in un’architettura software basata su Windows, quindi aperta, che permette anche al cliente stesso di implementare la macchina con hardware aggiuntivi, visibili da remoto. In passato invece, le normali interfacce basate su pannelli operatore proprietari non consentivano questa visione globale di tutti i dispositivi hardware presenti in macchina, ma limitavano l’interfacciamento al solo lato PLC. Questo ha permesso a Temac anche di aggiornare vecchie linee produttive, trasformandole in moderne tecnologie di converting perfettamente smart e di facile utilizzo per gli operatori.
Ecosystemac è un brand sviluppato da Temac che racchiude al suo interno una serie di concetti costruttivi volti al massimo risparmio di costi e alla massima efficienza produttiva e nasce dall’idea di sviluppare soluzioni in grado di rispettare l’ambiente, la salute e la sicurezza, facendo leva sulle competenze e sul know-how presenti in azienda a livello elettronico e di automazione industriale.
“Qualsiasi movimentazione in macchina è stata studiata per minimizzare i consumi e gli sprechi, dall’energia elettrica all’aria, e ove possibile cerchiamo di fornire soluzioni senza olio in modo da eliminare la gestione di questo scarto, riducendo così anche gli interventi di manutenzione richiesti”, conclude Cerliani.
Con lui torneremo senz’altro ad aggiornarci nel corso dell’anno perché, anche se non ha potuto anticiparci nulla, abbiamo intuito che qualcosa di molto importante a livello tecnico bolle in pentola… e quando tutto sarà confermato, senz’altro saremo i primi a raccontarlo.