Diventa ufficiale il cambio di nome che segna lo storico passaggio dalla dimensione locale di singole imprese a quella di divisioni produttive di un player nazionale; il gruppo è pronto a competere a livello internazionale nel settore dell’economia circolare, attraverso la produzione di imballaggi sostenibili e certificati per la riduzione della CO2
Si tratta di ReLife Recycling, azienda specializzata nella raccolta e nel trattamento di rifiuti solidi urbani e industriali; ReLife Paper Mill, che produce cartone e cartoncino utilizzando Materia Prima Secondaria a base carta, proveniente anche dagli impianti di ReLife Recycling; ReLife Paper Packaging, importante realtà italiana nella produzione di fogli e scatole di cartone ondulato, prodotte prevalentemente da carta riciclata; ReLife Plastic Packaging, leader nel processo di riciclo di scarti industriali e rifiuti post-consumo, che produce sacchi e imballaggi in plastica prevalentemente attraverso l’impiego di materiale rigenerato.
All’interno delle quattro divisioni, le aziende Valfreddana, Usvardi, Ecolfer e Benassi assumono un’unica ragione sociale: ReLife Recycling. Plastipoliver e Cartiera Bosco Marengo diventano rispettivamente ReLife Plastic Packaging e ReLife Paper Mill. Infine, General Packaging assume la nuova denominazione di ReLife Plastic Packaging.
Il cambio di denominazione ha un’importanza epocale, perché segna il passaggio dalla dimensione locale delle singole imprese a quella di divisioni produttive di un player nazionale, pronto a competere a livello internazionale nel settore dell’economia circolare, attraverso la produzione di imballaggi sostenibili, quali scatole e film riciclato, ottenuti dalla raccolta e dalla trasformazione di rifiuti valorizzabili.
ReLife è il primo gruppo italiano di economia circolare, reale e certificata, con un modello di sviluppo unico nel nostro Paese e in Europa. ReLife, infatti, opera sempre di più in sinergia con clienti e fornitori che non solo condividono i principi dell’economia circolare, ma già oggi progettano e producono beni di consumo in vista di un loro nuovo utilizzo.
Questa razionalizzazione è da leggere come il completamento di un processo di evoluzione scandito dalle acquisizioni avvenute nella seconda metà del 2021. Un processo finalizzato a rendere sempre più organica la struttura operativa di ReLife in vista del raggiungimento degli obiettivi che illustra il CEO di ReLife S.p.A., Marco Benfante.
“Con il cambio di nome di tutte le aziende storiche del Gruppo, ReLife entra nel futuro. Da oggi il Gruppo si presenta sul mercato come produttore di imballaggi sostenibili, provenienti dalla raccolta e dalla trasformazione di rifiuti valorizzabili. Un player che si pone obiettivi importanti, quali l’abbattimento delle emissioni di CO2, garantire la massima sostenibilità dei propri prodotti, moltiplicare il valore per i clienti, che sono al tempo stesso fornitori, ma soprattutto partner di questo modo di fare economia circolare”.
“Prodotti nuovi”, con una storia da raccontare, che prende origine dalla raccolta di rifiuti valorizzabili (carta, plastica, legno, metalli) e trasformati nei propri impianti dislocati in Liguria, Piemonte, Lombardia, Toscana e Veneto. Partnership con realtà industriali che mirano a creare valore attraverso il riciclo in una prospettiva che supera definitivamente la nozione di rifiuto. Così l’economia circolare italiana rinforza la propria leadership nel panorama internazionale con idee innovative e risultati concreti.
Il cambio di nome delle storiche aziende operanti nei rispettivi territori avviene nel segno della continuità, come spiega il CEO, Marco Benfante: “La quasi totalità dei fondatori e imprenditori iniziali partecipano alla nuova avventura con F2i, un fondo di caratura internazionale che darà a queste aziende la forza e la solidità per espandersi a livello europeo e, al tempo stesso, di accentuare il proprio radicamento nelle realtà locali”.