Lo scorso 19 maggio presso il Museo della Carta di Pescia, sono stati resi noti i risultati del Bilancio Ambientale dell’industria cartaria italiana: l’Indicatore di Circolarità di Materia (MCI) del comparto cartario è pari a 0,78. L’industria cartaria è un settore chiave della bio-economia circolare che ha investito nel riciclo e nella sostenibilità delle materie prime.
“La 22°edizione del rapporto ambientale, il secondo in collaborazione con Legambiente, conferma che il settore contribuisce alla gestione sostenibile delle foreste e ottimizza, sempre meglio, la vita utile di una fibra rinnovabile tramite il riciclo. La decarbonizzazione, che è già iniziata, è ancorata all’efficienza energetica, che non è solo una virtù ecologica, ma una attitudine sviluppata nel corso degli anni nella gestione dei processi” afferma Massimo Medugno DG Assocarta aprendo l’evento.
“Nonostante la pandemia, il caro energia e materie prime, la guerra russo-ucraina” continua Medugno “il settore dimostra di essere essenziale anche nella transizione ecologica e nel raggiungimento degli obiettivi indicati dai tanti dossier europei del Fit for 55. Tutte sfide importanti. Ma sono proprio le sfide la chiave dell’attività imprenditoriale”.
“Grandi sfide in una congiuntura europea non facile ma che vede una industria cartaria resiliente che chiude il 2021 con una produzione in aumento del 12.5% (9,6 milioni di tonnellate) e un fatturato che registra un + 28,6% rispetto a un 2020 in forte calo (-12,4% sul 2019). Nei primi due mesi del 2022 la produzione continua ad aumentare (+4,1% sul 2021) soprattutto grazie alle carte per imballaggio” afferma Tiziano Pieretti Vice Presidente di Assocarta.
Risultati in termini di fatturato che risentono fortemente dei rialzi dei costi delle materie prime e dell’energia. “Gli aumenti dei costi energetici dovuti alla speculazione sul costo del gas rendono urgenti segnali concreti su diversi fronti: semplificazioni degli iter autorizzativi, rafforzamento del mercato dei prodotti riciclati attraverso il green procurement, certezze normative per la costruzione di impianti di digestione anaerobica per produrre biometano, impulso alla filiera produttiva dell’idrogeno verde e della gestione forestale sostenibile. La guerra in Ucraina ha complicato ulteriormente una situazione già precaria sugli approvvigionamenti energetici. E’ arrivato il momento delle decisioni che il Paese attende da troppi anni” evidenzia Stefano Ciafani Presidente di Legambiente.
“L’industria cartaria è un settore chiave della bio-economia circolare che ha investito nel riciclo e nella sostenibilità delle materie prime. Un ruolo confermato da un Indicatore di Circolarità di Materia (MCI) pari a 0,78 in una scala da 0 a 1” afferma Alessandro Bertoglio, responsabile energia e trasporti di Assocarta nel presentare i risultati del rapporto. “Si tratta di un indicatore sintetico, certificato da Ellen MacArthur Foundation con il supporto dell’Unione Europea, che misura la dimensione del materiale rigenerato (proveniente o destinato a riuso e riciclo di materia, inclusi i prodotti agro-forestali che provengono da coltivazioni e gestioni sostenibili)” spiega Bertoglio.
Un risultato ottenuto dal comparto grazie alla capacità del settore di investire in materie prime rinnovabili (fibre vergini da foreste certificate e amidi), e di prendersi cura dei suoi prodotti reimmettendo nel ciclo produttivo carta e imballaggio da riciclare. Il 63% della nostra produzione proviene da fibre riciclate (negli imballaggi siamo oltre l’85%, obiettivo europeo al 2030).