Il 94% dei giovani italiani ritiene che i danni che stiamo provocando all’ambiente siano la peggiore crisi che stiamo affrontando. Sebbene il COVID-19 sia considerato il problema più grande, quando si tratta di salute del pianeta il 51% dei giovani tra i 12 e i 21 anni ritiene che i loro genitori non facciano abbastanza, mentre un quarto di loro (24%) ritiene che saranno loro a salvarlo. Questo è quanto ha rilevato la nuova ricerca commissionata da Pro Carton[1].
Questi sentimenti si sono rafforzati durante la pandemia, con oltre la metà degli 11‑21enni d’Italia (59%) che afferma che la pandemia li ha resi più consapevoli rispetto all’ambiente, più di ogni altra fascia d’età intervistata.
Meglio se non lo fa papà!
I genitori continuano a svolgere un ruolo fondamentale nel riciclo domestico, specialmente agli occhi dei bambini in età scolare.
Quando è stato chiesto loro chi è il più bravo a riciclare a casa, la maggioranza (54%) degli 11-17enni ha indicato la madre, mentre solo un quinto (21%) ha indicato il padre. Sebbene quasi la metà (47%) della stessa fascia d’età abbia affermato che i genitori non fanno abbastanza per proteggere l’ambiente, solo il 21% ritiene di essere il migliore nel riciclo domestico.
I giovani mettono pressione agli adulti
La pressione che i giovani trasmettono agli adulti è alta: in tutta Europa, il 78% degli 11-21enni ha affermato di discutere con i parenti circa la necessità di essere più ecologici. In Italia, i giovani adulti (età 18-21) sono particolarmente attenti in materia ambientale: il 79% discute di questi temi con i propri genitori o tutori.
Spesso però, queste discussioni non includono solo la sfera famigliare: il 98% dei ragazzi tra gli 11 e i 17 anni, coloro che frequentano le scuole secondarie, ha dichiarato che aziende e brand non stanno facendo abbastanza per la salvaguardia dell’ambiente.
Quasi un terzo (31%) delle nuove generazioni ritiene che riciclare di più sia il modo migliore per fermare il cambiamento climatico: per esempio, in Italia, carta e cartone, che possono essere riciclati fino a 25 volte[2], rappresentano le forme di packaging più riciclate[3]. Il 73% dei giovani intervistati ha indicato che, se potesse, vieterebbe immediatamente la plastica monouso, seguita da rifiuti e buste di plastica. Inoltre, è interessante osservare come “mangiare meno carne” e “viaggiare meno” sono le risposte più impopolari tra il gruppo degli 11-21 anni, indicate rispettivamente da appena il 6% e l’1% come soluzioni per contribuire ad arrestare il cambiamento climatico.
Gli stati prendano nota
Verso la fine del 2020, le Nazioni Unite hanno esortato gli Stati a dichiarare uno “stato di emergenza climatica”, in occasione di un “Climate Ambition Summit” tra 75 leader mondiali. In tale occasione, 70 Paesi hanno presentato nel dettaglio i piani per la riduzione delle emissioni di gas serra, in linea con gli Accordi di Parigi.
A tale proposito, i giovani intervistati ritengono che le Nazioni debbano svolgere un ruolo chiave per salvaguardare l’ambiente, classificando la loro responsabilità allo stesso livello di brand e aziende: il 98% degli intervistati ha infatti dichiarato che i Paesi devono fare molto di più.
Tony Hitchin, Direttore generale di Pro Carton, ha commentato: “le giovani generazioni hanno opinioni precise su quali sono i problemi ambientali, cosa occorra fare e chi debba farlo: se non altro, sono più sensibili ai temi ambientali, rispetto alla generazione dei loro genitori.
“I giovani sono i prossimi padroni del pianeta, ecco perché è importante ascoltare le loro idee e dare seguito alle loro preoccupazioni: passare all’azione non è importante solo per le Nazioni, ma anche per le aziende per poter “reclutare”, come consumatori, anche le giovani generazioni. L’utilizzo di confezioni realmente sostenibili è un punto di partenza ragionevole: carta e cartone, a differenza del packaging basato su materiali fossili, sono totalmente rinnovabili, riciclabili e biodegradabili. La nuova ricerca evidenzia che, mentre i nostri intervistati comprendono le responsabilità da assumersi per forzare il cambiamento, essi si aspettano che anche aziende e brand facciano di più: dovremmo tutti prenderne nota”.
Il report di Pro Carton, “Gen Z – The future is in their hands” (“Gen Z – Il futuro è nelle loro mani”) è disponibile per il download
[1] Il sondaggio è stato commissionato da Pro Carton e condotto da Prospectus Global, un’agenzia internazionale di ricerca e analisi.
[2] Fonte: TU Darmstadt
[3] Fonte: Eurostat