L’economia circolare italiana per il Next Generation EU: il caso della filiera cartaria

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Il Presidente della Federazione Carta Grafica, Girolamo Marchi, è intervenuto  all’evento “L’economia circolare italiana per il Next Generation EU: il caso della filiera cartaria” organizzato da Symbola, con il Sacro Convento di Assisi e Comieco.

L’evento si inserisce nell’orizzonte del Manifesto di Assisi – di cui Federazione Carta Grafica è firmataria e “portavoce” – e delle opportunità, per il sistema industriale italiano, di costruire una economia a “misura d’uomo”, a partire da uno dei punti di forza del nostro Paese: la leadership europea nell’economia circolare.
Leadership riconosciuta dal Ministro Cingolani – intervenuto a conclusione dell’evento – come un grande vantaggio rispetto agli altri paesi dell’Unione europea, un “margine” da mantenere e incrementare per procedere nella transizione ecologica e digitale.

La filiera della carta e della trasformazione genera un fatturato di circa 22 miliardi di euro, pari all’1,4% del PIL nazionale, occupa circa 200.000 addetti diretti rappresenta uno dei settori leader dell’economia circolare in Italia e a livello europeo.  “Le nostre imprese immettono sul mercato prodotti in carta e cartone essenziali all’igiene, all’imballaggio, alla cultura e al medicale. Materiali ecologici in quanto rinnovabili (la cellulosa è certificata all’85%), riciclabili e effettivamente riciclati – spiega Marchi – con un tasso medio di utilizzo delle fibre riciclate di oltre il 60% (a ogni punto percentuale in più raccolta differenziata corrispondono 84.000 tonnellate in più da immettere nel sistema) che negli imballaggi oltrepassa l’80%. Un sink di circolarità per l’Italia e, quindi, un’opportunità per la transizione ecologica del Paese”.

Girolamo Marchi Presidente Federazione Carta e Grafica

E presentando il primo punto delle proposte della Federazione Carta Grafica per il #NextGenerationEU, Marchi afferma che “Bisogna incentivare la ricerca su materiali e su progettazione di imballaggi e prodotti mono uso sempre più sostenibili e favorire l’adeguamento tecnologico delle macchine per gestire i diversi e nuovi materiali. Serve una sorta di Piano 4.0 finalizzato a cambiamenti tecnologici legati ad obiettivi di sostenibilità”.
Il secondo punto riguarda il riciclo e il suo potenziamento. Quest’ultimo non può prescindere da infrastrutture per la gestione degli scarti in quanto le cartiere, con il servizio del riciclo che svolgono sul territorio, producono scarti  (in proporzione di 1:15).“Il riciclo della carta non può concludersi con il conferimento degli scarti in discarica. Puntiamo ad abbassare il conferimento in discarica dall’attuale 34,3% al 10% (circa 240.000 tonnellate di scarti) che rappresenta la media europea. In parallelo, chiediamo infrastrutture adeguate per il recupero energetico che, ad oggi, rappresenta solo il 15% contro il 48% della media europea” spiega Marchi.
La capacità di riciclo della filiera cartaria è legata a doppio filo all’efficienza e al risparmio energetico che, su base annua (dato 2018) ha consentito di evitare consumi energetici pari a 1,5 milioni di Tep ed emissioni climalteranti pari a 4,4 milioni di tonnellate di CO2eq.

La filiera sta lavorando nella direzione della decarbonizzazione, dopo la conversione dell’olio combustile al gas naturale e alla cogenerazione, anche con l’avviamento di studi pilota sull’utilizzo dell’idrogeno. La decarbonizzazione richiede soluzioni diversificate e tempo per metterle in atto. “Sul versante delle emissioni” conclude Marchi “pesa sulla filiera il costo del sistema Ets (120 milioni di Euro) a confronto dei vantaggi economici di cui beneficiano le imprese integrate concorrenti a livello europeo”.