La posizione di Assocarta sul nuovo regolamento UE

1073

Nel suo 135° anniversario Assocarta ricorda la sua posizione sul nuovo regolamento UE sugli imballaggi: “il riutilizzo produrrebbe emissioni di CO2 più elevate rispetto a carta e cartone: fino al 160% in più di anidride carbonica rilasciata nell’atmosfera per il cibo da asporto e fino al 40% per l’e-commerce, secondo i risultati di McKinsey

assocarta regolamento

Fondata nel 1888, con l’obiettivo di rappresentare e tutelare la manifattura della carta Made in Italy, Assocarta oggi – come ieri – muove le azioni associative per promuovere una filiera fortemente radicata sul territorio italiano, con aree di eccellenza europea come quella lucchese dove ha sede il primo distretto europeo della carta.

Sono le tecnologie, gli investimenti e il “saper fare” la carta che fanno del nostro Paese il secondo produttore di carta ma anche il secondo utilizzzatore di carta da riciclare in Europa, dopo la Germania.

Massimo Medugno
Massimo Medugno, Presidente Assocarta

“Due dati che dovrebbero prontamente inquadrare la manifattura della carta italiana sugli schermi dei decisori politici sia italiani che europei, proprio in questi mesi in cui l’UE cerca di adottare il regolamento sugli imballaggi e sui rifiuti di imballaggio (PPWR) penalizzando il riciclo a favore del riuso” afferma Massimo Medugno DG Assocarta nel 135° anniversario dalla fondazione di Assocarta.

“La filiera della carta è caratterizzata dalla rinnovabilità delle materie prime che provengono da forestazione sostenibile (e certificata PEFC e FSC) e dal conseguimento degli obiettivi di riciclo UE (85% di riciclo negli imballaggi, previsto però al 2030), garantendo così la migliore soluzione ambientale per gli imballaggi a base cellulosica” aggiunge Medugno.

Inoltre, secondo un nuovo studio dal titolo “VALUTAZIONE DELL’IMPATTO DEGLI OBIETTIVI DI RIUTILIZZO DELLA PROPOSTA DI REGOLAMENTO SUGLI IMBALLAGGI E I RIFIUTI DI IMBALLAGGIO (PPWR), commissionato da Cepi, ECMA, EPPA, FEFCO and Pro Cartonche unisce dati provenienti da varie fonti, l’imposizione di obiettivi rigorosi per gli imballaggi riutilizzabili entro il 2030 avrà un grave impatto sull’impronta climatica dell’UE e sui costi dei consumatori. Il riutilizzo produrrebbe emissioni di CO2 più elevate rispetto a carta e cartone: fino al 160% in più di anidride carbonica rilasciata nell’atmosfera per il cibo da asporto e fino al 40% per l’e-commerce, secondo i risultati di McKinsey recentemente pubblicati. Elementi da considerare nella fase di esame della proposta di regolamento da parte del Parlamento UE.  Infatti proprio il 10 maggio e’ scaduto il termine per gli emendamenti alla relazione dell’On. Ries che dovranno essere votati a settembre.

“Il riutilizzo può essere una soluzione complementare ma il riciclo rimane la soluzione migliore per contemperare tutela dell’ambiente, mercato interno e sviluppo sostenibile. In linea con la vigente legislazione UE, secondo la quale la decisione di optare per una soluzione o per l’altra dovrebbe basarsi su motivi giustificati dalla fattibilità tecnica, da quella economica e dalla tutela dell’ambiente“ conclude Medugno.