Dal 19 al 26 ottobre 2022 circa 3.000 imprese da 61 nazioni presenteranno le loro ultime innovazioni per l’uso efficiente e responsabile delle materie plastiche cercando di segnare un percorso da seguire per l’industria della plastica e della gomma dopo i cambiamenti causati dalla pandemia: 18 padiglioni dove vedremo macchine e attrezzature; materie prime, materiali ausiliari e semilavorati, parti tecniche e prodotti in plastica rinforzata
Riciclo e sostenibilità saranno i temi centrali sui quali K 2022 proporrà una serie di eventi e approfondimenti, con una visione globale assicurata dall’internazionalità delle aziende presenti in rappresentanza di tutti i segmenti del settore plastico, dove l’imballaggio flessibile avrà un ruolo centrale.
All’ultima K di tre anni fa, gli espositori avevano sottolineato all’unanimità la necessità di cicli funzionanti e chiusi lungo l’intera filiera del riciclo. K 2022 dimostrerà come l’industria si stia assumendo le responsabilità ma soprattutto che la plastica non sarà il problema del futuro, quanto piuttosto parte della soluzione, motivo per il quale i temi chiave della fiera saranno l’economia circolare, la protezione del clima e la digitalizzazione che avranno molto spazio anche nelle iniziative speciali di K 2022. La rassegna speciale ufficiale di K a Düsseldorf “Plastics Shape The Future” si svolgerà nel padiglione 6 e il messaggio “L’industria sta subendo una trasformazione fondamentale verso un’economia circolare” sarà ripreso in giornate dedicate, tavole rotonde e Infotainment per sottolineare il binomio sempre più stretto fra plastica e sostenibilità. Riproposto anche il Forum dell’Economia Circolare che ha già avuto un’anteprima di successo all’ultima K: qui 13 aziende associate a VDMA (Associazione tedesca di ingegneria meccanica e impiantistica) renderanno tangibile l’economia circolare e presenteranno l’argomento nella sua interezza.
Science Campus K 2022 sottolineerà l’importanza del dialogo tra ricerca e impresa. Qui gli espositori e i visitatori avranno l’opportunità di avere una panoramica concentrata delle attività scientifiche e dei risultati nel settore delle materie plastiche e della gomma e di scambiare esperienze tra diverse università e aziende.
Per attirare i giovani verso l’industria della plastica, che ha enormi problemi di reclutamento, e per garantire in futuro un numero sufficiente di giovani talenti, nel 2010 la GKV (Associazione generale dell’industria della lavorazione della plastica), con il motto “kai – be there!” ha lanciato la Plastics Training Initiative (kai) insieme ad altre associazioni e istituzioni e Messe Düsseldorf.
Debutta a K 2022 l’Area Start-UP che offre ai newcomer che si sono dedicati allo sviluppo di prodotti e soluzioni innovative nel campo della plastica e della gomma, una zona dedicata per presentarsi.
L’industria della plastica è il settimo settore economico più grande d’Europa
Nei singoli mercati applicativi, la catena del valore dei polimeri rimane nel complesso relativamente stabile, anche in tempi di crisi. L’industria della plastica (produzione e lavorazione) nell’UE27 ha realizzato un fatturato di oltre 328 miliardi di euro nel 2020 con 1,47 milioni di dipendenti in quasi 51.700 aziende, per lo più di piccole e medie dimensioni. Lo ha stabilito l’associazione dei produttori of Plastics Europe secondo le informazioni di Eurostat. Secondo Plastics Europe l’industria degli imballaggi in Europa ha richiesto la quota maggiore di materie plastiche con il 40,5%.
Il focus della produzione è cambiato in modo significativo e dopo una crescita costante negli ultimi 20 anni si è chiaramente spostata in Asia. Oggi, più del 50% della plastica mondiale viene prodotta qui. La sola Cina, di gran lunga il paese leader, ha aumentato la sua quota l’anno scorso al 32%, rispettivamente a più di 110 milioni di tonnellate. La quota di mercato dell’Europa, invece, è nuovamente leggermente diminuita dal 17,2% nel 2018 e dal 15,7% nel 2019 a solo il 15% circa o poco più di 55 milioni di tonnellate (2019: 57,9 milioni di tonnellate, 2018: 61,8 milioni di tonnellate).
Le grandi sfide devono essere superate
C’è da sperare che la pandemia finisca finalmente nel 2022. I problemi globali nell’approvvigionamento di materie prime, nelle filiere e nella logistica saranno sicuramente risolti passo dopo passo, grazie alle leggi del mercato.
L’economia circolare è stata giustamente il motto centrale dell’ultima edizione della fiera nel 2019. A seguito di requisiti legali e vari sforzi e iniziative, il tasso di riciclo in Europa (ex UE28 più Svizzera e Norvegia) ha continuato a crescere costantemente. I percorsi di riciclo più importanti nel 2018 sono stati il consumo energetico al 42% e il riciclo meccanico al 33%, mentre circa il 25% dei rifiuti di plastica è finito in discarica. Dieci anni prima (2008), il 30% era stato recuperato termicamente, il 21% riciclato e il 49% messo in discarica.
Quando si parla di recupero degli imballaggi (recupero e riciclo energetico), tutti i paesi europei raggiungono oggi tassi di oltre il 30%, 17 paesi almeno il 70%, dieci più del 98% e alcuni addirittura il 100%. Nel 2018, sono stati riciclati meccanicamente più imballaggi in plastica (42,4%) rispetto a quelli recuperati energeticamente (38,5%) e solo il 19,1% è finito in discarica.
L’argomento è quindi oggetto di un intenso lavoro, ma l’implementazione nel riutilizzo estensivo è ancora all’inizio. K 2022 mostrerà i progressi compiuti finora e allo stesso tempo avvierà la necessaria impostazione del corso dei prossimi anni e decenni. Poiché molte soluzioni sono state formulate e ponderate, ma ora bisogna prendere delle decisioni. Una cosa è chiara: senza plastica, un futuro per l’umanità con i numeri e nella forma di oggi è assolutamente inimmaginabile.