Imprimatur con OMET KFlex vince il Best In Flexo 2024 nella categoria film banda stretta

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Imprimatur Group si è distinta all’ultima edizione del Best In Flexo 2024, vincendo il primo premio nella categoria film banda stretta, supportata dal service di prestampa Mavigrafica e con il determinante supporto di OMET, che in brevissimo tempo è diventato un partner tecnologico strategico per questa realtà familiare fortemente improntata all’innovazione, in continua crescita e sempre più un punto di riferimento per il mercato del sud Italia

Imprimatur omet

Se solo due anni fa qualcuno avesse detto alla famiglia Miulli che un giorno sarebbero saliti sul palco del Best In Flexo per ritirare un primo premio, probabilmente non sarebbe stato preso sul serio. E invece è proprio quello che è accaduto lo scorso 14 novembre a Milano, quando in occasione della cerimonia di premiazione del concorso che premia le eccellenze di stampa flessografiche italiane, Imprimatur Group si è aggiudicato il primo premio nella categoria film banda stretta, con il supporto in prestampa di Mavigrafica.

E fin qui nulla di strano, sono molte le aziende premiate in questi anni, ma la particolarità che contraddistingue quella bella e dinamica realtà imprenditoriale pugliese sta nel fatto che l’azienda, fondata nel 1976 a San Ferdinando in provincia di Bat (Barletta-Andria-Trani) fino a due anni fa era una tipografia tradizionale nata e cresciuta a pane e stampa piana per la stampa commerciale ed editoriale come la gran parte delle tipografie italiane tradizionali.

I valori di Imprimatur Group: le persone al centro

Caratterizzata da un forte coinvolgimento familiare e con una presenza femminile in un ruolo di leadership, visto che Anna Miulli, commerciale e psicologa, oltre a essere responsabile risorse umane ricopre anche la carica di Amministratore Delegato, l’azienda si è evoluta seguendo le tendenze del mercato e con la contestuale implementazione di nuovi settori produttivi che sono valsi a Imprimatur Group la nomea di vera e propria cittadella della stampa e sempre più punto di riferimento per il territorio.
I valori portanti alla guida dell’attuale gestione sono la flessibilità e la parità dei diritti. La forte impronta al femminile ha permesso l’instaurarsi di una leadership che mira all’ottimizzazione dei processi produttivi garantendo quella flessibilità che minimizza le differenze di genere e che punta alla massimizzazione della produttività del singolo. Le numerose quote rosa all’interno di questa realtà conferiscono all’azienda un aspetto “umano”, dove il problema del singolo diventa il problema di tutti e dove le relazioni assumono un ruolo preponderante, in grado di influenzare positivamente lo stato di benessere del singolo e, di conseguenza, la sua produttività.

Imprimatur OmetLo sguardo rivolto al flexible packaging

Oggi, dopo gli ultimi investimenti, l’azienda è divisa in tre macro aree di produzione, tutte coordinate da un reparto di prestampa altamente specializzato e verticalizzato sui segmenti di mercato (food, editoriale, packaging), che lavora in stretto contatto con il management e il reparto commerciale e funge da raccordo con l’area di stampa in un processo circolare dove tutto segue un percorso predefinito e sotto controllo, fino alla consegna del prodotto al cliente.
“Serviamo prevalentemente un mercato territoriale e abbiamo la fortuna di essere inseriti all’interno di un tessuto economico strategico e molto vivace, con vari settori produttivi che spaziano dal mondo dell’agricoltura a quello del food, dal turismo alla cultura. Settori multipli e sfaccettati che ci danno un bel da fare. Con l’arrivo della nuova macchina stiamo ulteriormente crescendo, affacciandoci con professionalità a tutti quei mercati che richiedono prodotti flessibili con un incremento produttivo già a breve termine. Il nostro istinto ci porta senza dubbio ad approcciarci in futuro verso il mondo dei supporti plastici”, aggiunge Anna Miulli.

I primi passi nel mondo della flexo

Un primo step ha portato l’azienda della famiglia Miulli a inserire il reparto cartotecnico e nobilitazione e successivamente nel 2023 a decidere di intraprendere l’avventura nel mondo della stampa flessografica affidandosi alle tecnologie OMET, dapprima con una FLEXY 330 di seconda mano che ha permesso all’azienda di muovere i primi passi nel settore delle etichette. “Per chi è del settore, OMET è sicuramente un punto di riferimento e la nostra scelta verso le loro tecnologie è stata dettata dal desiderio di affidarci ai migliori produttori sul mercato di macchine da stampa flessografica per garantire il più alto livello qualitativo che il mercato possa offrire ed esser certi di aver soddisfatto in pieno le aspettative di ciascun cliente”, interviene Anna Miulli.

Ma siccome l’appetito vien mangiando, bobina dopo bobina, l’esperienza di Imprimatur nel settore flexo è cresciuta di pari passo con le esigenze di un mercato in continua evoluzione che ha portato il management dell’azienda pugliese a decidere di acquistare una KFLEX, questa volta nuova e di portare questo autentico gioiello di ingegneria meccanica per la prima volta al servizio dei clienti del centro-sud d’Italia. Ed è proprio su quest’ultima macchina da stampa che è nato il lavoro vincente presentato da Imprimatur, che ha deciso di partecipare per la prima volta al concorso organizzato e promosso da Atif, che premia la qualità di stampa flessografica con un lavoro che è stato apprezzato da giudici per l’ottimo bilanciamento e contrasto, l’apprezzabile pulizia nella stesura del colore, nonostante la complessità del soggetto stampato.

A tu per tu con Anna Miulli – Imprimatur Group

Come è stato scelto il lavoro vincente?

“La scelta del progetto di stampa da presentare al Best in Flexo 2024 è stata dettata da aspetti di natura puramente tecnici. ‘L’occhio clinico’ dello stampatore ha guidato la fase di selezione fra le varie tipologie di lavori flessografici che avevamo in cantiere. Lo studio dei chiaro/scuri ha poi decretato la scelta finale, quella che ha consentito l’individuazione del progetto di stampa flessografica inviato in gara e poi risultato il vincente”.

Ce lo può descrivere, con le sue particolarità ed eventuali complessità affrontate?
“Il progetto prevedeva diverse difficoltà tecniche da affrontare quali: il punto di stampa allo 0,4% , l’azzeramento della problematica dell’effetto timbratura e quindi la gestione della finestratura con l’apposizione del bianco, la riproduzione realistica del prodotto merceologico rappresentato sul packaging e la capacità di ottenere la stessa intensità del colore usando una quadricromia anziché un pantone grazie ad un’alta lineatura del clichè ed un alta lineatura dell’anilox”.

Da dove nasce la voglia di confrontarvi con aziende più esperte e strutturate?
“La nostra è stata una scelta dettata dalla voglia di metterci alla prova, con un atteggiamento che definirei “umile”, volto al confronto costruttivo. Nasciamo come stampatori offset e abbiamo una storia decennale alle spalle in questo settore, ma sono solo pochi anni che ci occupiamo di stampa flessografica. Partecipare al “Best in Flexo 2024” ha significato per noi accedere a quella piattaforma di relazioni e conoscenze da instaurare e coltivare con partner lavorativi veterani del settore”.

Qual è stato il tuo primo pensiero e le emozioni quando vi hanno chiamato sul palco davanti a oltre 500 persone?
“La prima cosa cui abbiamo pensato è stata “Insieme, ce l’abbiamo fatta, abbiamo vinto noi!” Un’emozione indescrivibile ci ha travolti, un’ondata di gioia e tanta, tanta soddisfazione! Penso che il nostro livello di commozione sia stato percepito un po’ da tutti i presenti. La presenza di circa 500 persone la apprendo in questo momento. Eravamo davvero in tanti, ma in quel momento c’eravamo solo io, mio fratello e il mio papà”.

Quali saranno i vostri prossimi progetti per il futuro?
“Ora siamo proiettati al ‘Diamond Best in Flexo’ , volando oltre i confini nazionali. Speriamo di potercela fare, quanto meno lottiamo per dare visibilità ai lavori made in Italy”.