Lo scorso mese di novembre Giflex ha rinnovato il Comitato Esecutivo che ha eletto come nuovo Presidente Alberto Palaveri chiamato a guidare l’associazione dal 2021 al 2023 verso importanti e stimolanti sfide.
Per Giflex, l’associazione dei produttori di imballaggi flessibili, l’autunno è tradizionalmente un momento per ritrovarsi, confrontarsi sull’andamento del settore e tracciare scenari futuri importanti per le aziende che devono prendere decisioni strategiche. Appuntamento che lo scorso 11 novembre è stato confermato con una diretta streaming molto partecipata e aperta da un collegamento con Gianni Girotto, presidente della X Commissione industria del Senato, perché se un’azione va portata avanti da parte dell’associazione, specialmente in periodi alquanto travagliati, come quello che stiamo vivendo, è proprio un’attività di lobbying nei confronti della politica. “Bisogna puntare sull’innovazione per migliorare e agevolare la transizione verso un modello sostenibile con prodotti riciclabili e biodegradabili. L’Italia deve mantenere una leadership tecnologica che già esiste, ma va sviluppata ulteriormente. Tra le azioni importanti da portare avanti ci sarà la definizione della border carbon tax: una tassa calcolata sul contenuto di CO2 dei beni importati in Europa, quindi una sorta di dazio ambientale, che peserebbe su prodotti e materie prime provenienti da paesi dove sono in vigore standard antinquinamento più deboli in confronto a quelli europei. Il principio di base e chi inquina di più paga di più. “Questa tassa serve per internalizzare le esternalità negative dei prodotti che arrivano in Europa da qualsiasi altra parte del mondo, necessaria perché dobbiamo salvaguardare la concorrenzialità delle aziende europee rispetto al resto del mondo e non possiamo più permetterci il lusso di non far pagare i danni ambientali extra-Europa che alla fine arrivano perché la filiera è globale”, afferma Girotto.
È fondamentale supportare innovazione e ricerca tecnologica, indispensabile per l’evoluzione, e gli aiuti potrebbero anche venire da una tassazione di scopo, che sarebbe una buona idea per avere fondi da poter reinvestire appunto nella ricerca, e come ha specificato il Presidente uscente Michele Guala, nel nostro paese c’è ancora tanto da fare in questi ambiti.
Il convegno ha come sempre posto al centro del dibattito argomenti di strettissima attualità, dalla crescita sostenibile, alle normative fiscali a sostegno della crescita delle imprese con preziosi e utili consigli agli imprenditori da parte del direttore tributario del Ministero dell’Economia e delle Finanze Lelio Cacciapaglia, fino al nuovo paradigma organizzativo imposto dall’avvento dirompente dello smart-working.
È possibile leggere il resoconto completo del convegno d’autunno Giflex cliccando su questo link
A tu per tu con Alberto Palaveri, nuovo Presidente Giflex
Eletto lo scorso 24 novembre dal nuovo Comitato Esecutivo, Alberto Palaveri avrà l’onere e l’onore di guidare Giflex nel triennio 2021-2023. Figura molto attiva in associazione, dove ha ricoperto la carica di vicepresidente, Palaveri è il CEO di Sacchital, azienda leader nella produzione di imballaggi flessibili con un fatturato consolidato di 110 milioni di € e protagonista insieme ad altre aziende leader del settore del lancio di soluzioni di packaging alta barriera riciclabili e compostabili.
Dott. Palaveri, quali saranno i punti caratterizzanti del suo mandato?
“Porteremo avanti il rapporto con le Istituzioni che più di tutte incidono con le loro decisioni sul nostro settore, ovvero Parlamento, Governo e perché no anche la Comunità Europea. L’attività di lobbying è fondamentale per supportare le istanze di un settore strategico come quello dell’imballaggio flessibile. Diventa fondamentale spiegare chi siamo, cosa facciamo, e il contributo che possiamo apportare affinché le decisioni politiche perseguano il bene comune. Siamo felici che ci sia molta attenzione sul packaging, ma vogliamo che tutto ciò sia utile per migliorare la qualità dei nostri prodotti e il servizio reso alla comunità. C’è bisogno di tavoli di lavoro condivisi. Quando facciamo la spesa in un supermercato, un prodotto su due acquistato è confezionato con imballaggio flessibile, pertanto nei confronti dei consumatori abbiamo un ruolo e una responsabilità importanti, e da questo punto di vista dovremo incidere maggiormente sull’aspetto comunicativo a livello mediatico nazionale, contando sul supporto di tutte le aziende associate, dalle più grandi e strutturate alle più piccole. Giflex dovrà diventare sempre più un punto di riferimento, un centro di ascolto per tutte le istanze, solo così potremo crescere bene insieme.
Possiamo dire che il Covid-19 ha di fatto ridato slancio all’importanza e ruolo del packaging presso l’opinione pubblica?
“Il Covid ci ha riportati all’essenziale, pertanto l’imballaggio è stato apprezzato per la propria funzione primaria, ovvero di conservare e trasportare gli alimenti nelle nostre case. Il packaging ha assunto un grande valore sociale, anche se si è posto l’accento per anni solo sugli effetti negativi che crea a livello ambientale. In futuro sono convinto che le due anime conviveranno, pertanto dando per scontato i valori positivi che gli imballaggi apportano alle nostre vite, dovremo sempre affrontare, giustamente, i temi legati alla sostenibilità. Questo renderà la sfida degli operatori del settore ancor più affascinante”.
La crisi economica a causa del Covid come ha cambiato e sta cambiando le scelte dei consumatori e degli utilizzatori finali relativamente agli imballaggi?
“Il settore del packaging nell’ultimo anno è stato protagonista di una forte volubilità, con picchi di crescita mese su mese incredibili. Per intercettare i nuovi bisogni sarà fondamentale, sia a livello associativo – ma anche e soprattutto all’interno delle aziende – fare sempre più leva sui giovani e sulle donne, che ritengo siano una risorsa importantissima per la crescita, e aprirsi alla contaminazione di idee, culture, diversi modi di pensare, senza dimenticare l’esperienza e il vissuto di chi lavora in azienda da anni. I giovani servono per potenziare le aziende e tendere un orecchio verso i temi del futuro. Un altro tema fondamentale è quello del design, poiché in una filiera caratterizzata da grande incertezza ma anche molta innovazione, i converter vedranno aumentare le loro responsabilità, assumendo un ruolo di primaria importanza nei processi di progettazione strutturale delle confezioni che andremo a stampare e trasformare. I brand owner oggi si affidano sempre più frequentemente alle aziende di converter per progettare strutturalmente gli imballaggi, e in questa fase bisogna valutare anche tutto il discorso del fine vita, la sostenibilità e il riciclo, nel quale anche Giflex può assumere un ruolo fondamentale di raccordo con le varie istituzioni ed enti preposti. Sapere oggi come evolve tecnicamente il sistema di raccolta differenziata è fondamentale per progettare imballaggi che poi possano essere correttamente gestiti nelle operazioni di recupero e riciclo. Oggi poi con la potenza dei social network, i consumatori finali ricoprono un ruolo sempre più attivo nella comunicazione: scrivono recensioni, sottolineano problematiche e la cassa di risonanza è enorme”.
Lei proviene da un’azienda che si è resa protagonista di progetti di collaborazione a favore del mercato. Ce ne può parlare?
“In Sacchital crediamo molto al tema dell’innovazione, e avendo prevalentemente quote di mercato estero, nel momento in cui abbiamo deciso di voler crescere anche nel mercato interno, per forza di cose al fine di essere maggiormente attrattivi abbiamo dovuto differenziarci, puntando all’innovazione e coinvolgendo nel nostro progetto gli altri player, i nostri fornitori di materia prima a monte, mentre a valle i costruttori di macchine confezionatrici. Apertura e capacità di collaborazione sono fondamentali in un mercato globale, complesso, dove è inutile rinchiudersi nel proprio orticello in difesa. Se parliamo di packaging del futuro e vogliamo vincere le sfide, la strada da percorrere è questa”.
Che cosa Giflex potrebbe fare per favorire il dialogo fra le realtà interessate a collaborare per reagire in modo innovativo alla crisi?
“Fare formazione, promuovere la cultura del packaging, e invitare le aziende ad aprirsi, esattamente come aperte dovrebbero essere le associazioni. In Confindustria bisogna ragionare di più a livello sistemico, unendo le forze con le associazioni di filiera degli altri comparti, perché poi molte problematiche comuni se affrontate insieme avranno più forza verso le Istituzioni. Le associazioni devono ragionare sul periodo meglio-lungo, non hanno budget da rispettare, e questo significa, sia a livello nazionale sia internazionale, riuscire a dialogare con tutti. Per questo motivo sono felice che il past President di Giflex Michele Guala continuerà a collaborare con l’associazione e avrà proprio un ruolo internazionale, direi quasi di “ministro degli esteri di Giflex” per portare avanti istanze comuni anche a livello europeo, a testimonianza che bisogna fare squadra e c’è bisogno di tutti per vincere la complessità delle sfide che dovremo affrontare nei prossimi anni”.