I.B.E., etichettificio di Verderio (Lc) è la prima azienda italiana a dotarsi dell’innovativa macchina per la stampa di etichette BOBST DM5, una macchina dove flexo e inkjet hanno trovato un connubio perfetto, consentendo allo stampatore italiano di aumentare la propria competitività nel settore delle tirature medie sempre più richieste dal mercato
Quando Mouvent fu presentata a Labelexpo 2017 nello stand BOBST, fu subito chiaro che la partnership sarebbe diventata molto di più di una semplice collaborazione tecnica-commerciale. Nel luglio 2021 Mouvent è stata acquisita al 100% da BOBST, e la soluzione di stampa digitale e modulare è diventata parte integrante di una nuova strategia che vede il costruttore svizzero, che per la divisione Label ha sede a Firenze, puntare con decisione verso la macchina MASTER DM5 tutto in uno e tutto in linea.
“Inizialmente abbiamo ampliato la nostra presenza nel packaging con l’acquisizione di GiDue. Da allora, abbiamo aumentato la nostra presenza nell’industria delle etichette con lo sviluppo della nostra tecnologia di stampa digitale Mouvent, che è attualmente impiegata nel settore delle etichette, ma alla fine verrà impiegata anche in altri settori come l’imballaggio flessibile e il cartone ondulato”, dice Francois Martin, BOBST Group Marketing & PL Narrow Web Marketing Director.
Questo cluster ha aperto una nuova era per la stampa digitale inkjet: perché rappresenta un approccio radicalmente nuovo che utilizza cluster per colore al posto di barre di stampa dalla lunghezza fissa, disponendoli in una matrice modulare e scalabile. Il risultato è un sistema facilmente adattabile a tutti i supporti, le ampiezze e i mercati.
Inkjet, tecnologia del futuro in un ambiente di stampa sempre più multi-tecnologico
BOBST di fatto è uno degli ultimi player ad aver approcciato la tecnologia di stampa inkjet ma non c’è alcun dubbio sul fatto che essa sia ormai parte integrante, come soluzione stand-alone o in abbinamento con altre tecnologie, nella produzione di packaging. Se fino a qualche anno fa si insisteva nel comparare le diverse tecniche di stampa, evidenziando caratteristiche positive e negative, oggi l’approccio è totalmente cambiato a tutto vantaggio di soluzioni combinate. Non esiste la migliore tecnologia per tutte le applicazioni, bensì ogni applicazione può trarre benefici dalle diverse tecniche di stampa, che soprattutto integrate in linea nella macchina da stampa, possono fornire allo stampatore uno strumento formidabile per conquistare quote di mercato.
“La tecnologia inkjet, lanciata sul mercato agli inizi degli anni ‘90, ha un potenziale enorme e può essere adottata in svariati settori applicativi, e siamo sicuri che in futuro tutto ciò che potrà essere stampato con l’inkjet diventerà un’applicazione inkjet”, aggiunge Martin.
Una ricerca Smither Pira sull’evoluzione delle quote di mercato a livello mondiale fra analogico e digitale prevede entro il 2024 un 66,9% per l’analogico, che partiva nel 2014 dal 76,8%, un calo di quasi il 10% che ritroviamo però nella crescita del digitale che invece nel 2014 partiva da 23,2% e che nel 2024 si attesterà al 33,1%. Tassi di crescita, seppur nettamente inferiori sono previsti anche per tutte le altre tecnologie di stampa, segnando di fatto un ambiente sempre più multi-tecnologico.
Digitalizzazione del processo di stampa
Fra le diverse tendenze irreversibili che stanno interessando il settore della stampa di etichette, uno in particolare è molto interessante e non può non essere tenuto in considerazione dai costruttori di macchine, ovvero la necessità di attirare i giovani verso la professione dello stampatore, e questo indipendentemente dal fattore stipendio. “I nostri clienti ci chiedono di progettare macchine che possano essere gestite anche da chi non ha particolari abilità o formazione specifica nel settore, e non sta a me dire se è cosa buona e giusta, resta il fatto che è ciò che accade realmente nella nostra industria”, aggiunge Martin.
BOBST ha introdotto già da diverso tempo il concetto di digitalizzazione del processo di produzione offrendo al cliente l’opportunità di controllare tutto il flusso di lavoro, dal file PDF al prodotto finito, mediante il sistema BOBST Connect in grado di gestire in maniera autonoma e automatizzata tutte le fasi prestampa, stampa, nobilitazione e trasformazione, una soluzione che mira alla standardizzazione della produzione, con meno possibilità di errori e scarti ridotti.
Settore etichette: da BOBST soluzioni mirate per diverse esigenze
Oggi la gamma BOBST per il settore etichette prevede tre famiglie di prodotti: Narrow web flexo, ideali per le medie e lunghe tirature di etichette complesse, le All-in-One/All-in-line per le medie tirature che integrano stampa digitale e analogica e trasformazione in linea, e la stampa digitale.
“Scegliere la giusta tecnologia in base ai lavori da eseguire, ottimizzando i costi senza dimenticare l’opportunità di aumentare l’offerta di prodotti e quindi avere una tecnologia versatile sono i punti chiave da tenere in considerazione quando si deve scegliere quale macchina acquistare”, dice Patrick Graber, Strategic Product Manager Labels.
Il costo di produzione è stato uno dei fattori vincenti della tecnologia Mouvent, di fatto inferiore del 35% (€ 0,103) rispetto alle tecnologie digitali di prima generazione. “Negli ultimi 130 anni, BOBST ha dimostrato di essere un partner affidabile per le aziende di stampa e trasformazione in tutto il mondo e stiamo continuando con questo approccio con i nostri prodotti inkjet, fornendo soluzioni che hanno un senso economico e finanziario, ora e in futuro. I nostri prodotti sono stati progettati per rispondere alle richieste dei trasformatori di macchine per la stampa digitale di etichette più produttive che siano ancora redditizie per tirature medio-lunghe (fino a 8000 metri lineari per SKU), riducendo il divario con la flexo. Questa scelta si è rivelata vincente e i clienti che hanno scelto di investire in questa tecnologia lo hanno confermato; stanno spostando la produzione delle tirature più lunghe dalle macchine digitali esistenti e la produzione delle tirature medio-brevi dalle macchine flessografiche alle macchine BOBST inkjet UV”, aggiunge Graber.
La MASTER DM5 di I.B.E.
Premiata nel 2020 come miglior macchina da stampa combinata per etichette e imballaggio flessibile agli EDP Award, per Roberto Spreafico, titolare di I.B.E. è stato quasi amore a prima vista.
I.B.E. fa parte di un gruppo di 4 aziende per un totale di 250 dipendenti e 80 milioni di € di fatturato globali, 12 dei quali provenienti dal settore etichette nel quale lavorano 50 persone. Nel reparto di produzione sono presenti macchine da stampa per ogni tipologia di etichette comprese le complesse etichette a libro (booklet), imballaggi flessibili e maniche termo-retraibili. Stampa digitale, offset semi-rotative e macchine ibride: I.B.E. gestisce da sempre differenti tecnologie in base alle applicazioni da realizzare e da sempre è stata molto attenta all’evoluzione tecnologica, investendo per poter servire al meglio mercati in continua evoluzione. Ogni stazione produttiva è dotata di sistemi per il controllo automatico della qualità di produzione.
La MASTER DM5 di I.B.E. è configurata con svolgitore, 4 gruppi flexo (due prima del modulo digitale e due dopo), modulo Mouvent per la stampa digitale composto da quadricromia +Orange e Violet per una copertura dei colori Pantone fino all’ 86%, stazione di fustellatura e avvolgitore finale. Grazie a questa configurazione è possibile produrre in un solo passaggio i seguenti processi: applicazione del primer, stampa, laminazione/verniciatura, nobilitazione e fustellatura, rispondendo in pieno alla filosofia di I.B.E. che predilige la produzione in linea delle sue etichette.
Già in fase di progettazione, questa macchina è stata concepita per essere automatizzata in ogni suo modulo, pertanto anche i passaggi manuali, solitamente associati alla stampa flexo, sono stati automatizzati da BOBST grazie alla tecnologia DigiFlexo per un controllo interamente digitale del registro e delle pressioni. Questa tecnologia si occupa anche del controllo di registro tra l’unità digitale e le stazioni flexo, sia prima che dopo la stampa digitale, consentendo all’operatore di poter contare sulla macchina per la gestione autonoma del registro, a tutto vantaggio di set-up estremamente rapidi, un’operatività macchina elevata e ripetibilità.
“Ho visto la MASTER DM5 per la prima volta a Labelexpo 2019 e mi è piaciuta subito. Dopo una visita a BOBST Firenze ci siamo candidati per fare dei beta test. Trovo che la perfetta integrazione fra i moduli di stampa tradizionale e digitali sia la vera chiave del successo di questa macchina. Tutto in questa linea è completamente automatizzato, incluso l’inserimento del lamierino fustella. Inoltre grazie alla sua velocità e produttività copriamo le esigenze relative alle medie tirature (2000-8000 mila metri), le più richieste dal mercato. La macchina è stata installata ormai da un anno, arriviamo a effettuare fino a 10-12 cambi lavoro al giorno, e inoltre abbiamo testato diversi materiali, fra cui delle carte da vino molto particolari che non erano inserite fra quelle garantite da BOBST, che non ci hanno fatto altro che confermare la validità dell’investimento effettuato a costi assolutamente competitivi”, ci racconta Roberto Spreafico, amministratore delegato di I.B.E. davanti alla macchina impegnata in 3 cambi lavoro: un’etichetta su materiale trasparente, per prodotti cosmetici, una seconda per il settore petrolchimico con grande resistenza degli inchiostri all’abrasione e agli agenti chimici, e infine un’etichetta per vino con riproduzione di un oro pantone con stampa digitale, tre cambi lavoro effettuati in pochissimi minuti a testimonianza della grande flessibilità di questa MASTER DM5.
Una macchina da stampa per svariati settori merceologici
La vastità delle applicazioni che possono essere prodotte sulla BOBST MASTER DM5 ha consentito a I.B.E. di trasferire su questa macchina gran parte dei lavori prima stampati con tecnologia offset e serigrafica. “Grazie ai quattro gruppi flexo, delam/relam e laminazione in linea, possiamo coprire tutti i settori senza alcuna distinzione. Questo ci dà anche la possibilità di replicare rapidamente etichette solitamente stampate con altre tecnologie, quali offset, toner digitale o pura flexo”, aggiunge Spreafico.
I materiali che possono essere stampati sulla macchina includono materiale per etichette autoadesive, ovvero carta, PET, BOPP e PVC, carta non supportata, cartoncino e, come opzione, materiale non supportato.
Inoltre, I.B.E. ha riscontrato un’elevata resistenza dell’inchiostro digitale, al pari della stampa serigrafica, quindi ha potuto fare a meno della laminazione in quei lavori dove bisognava proteggere lo stampato, con un conseguente risparmio di plastica, riduzione dello spessore e processo di finitura semplificato.
“Abbiamo davvero fatto centro con questo investimento specialmente in quanto il mercato continua a richiedere piccole e medie quantità, stock ridotti e ordini sempre più frequenti. Questo tipo di servizi insieme a tempi di consegna rapidi, qualità e ripetibilità, sono i principali vantaggi di cui possono beneficiare i nostri clienti”, ha concluso Roberto Spreafico, che ricordiamo essere il primo in Italia ad aver installato questa tipologia di macchina.