Assocarta: “La manifattura energivora rischia il collasso”

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“La manifattura energivora rischia il collasso”: l’allarme energia lanciato da Assocarta ieri 29 gennaio, a Roma, in occasione della 2° edizione del Forum di Legambiente “L’Italia in cantiere”.

Il prezzo della energia in Italia è più alto del 38% di quello tedesco, del 72% di quello spagnolo e del 87% di quello francese ma rimane prioritario per le imprese l’obiettivo di decarbonizzazione.

Assocarta
Cartiere di Guarcino scattata dal fotografo Marco Menghi

Massimo Medugno DG Assocarta è intervenuto alla seconda edizione del Forum di Legambiente “L’Italia in Cantiere: la nuova occupazione verde della transizione ecologica Made in Italy”.

“La partecipazione dell’industria cartaria all’iniziativa Cantieri per la Sostenibilità di Legambiente ha l’obiettivo di mostrare concretamente la transizione ecologica in atto nei distretti cartari italiani che costituiscono un settore chiave della bio-economia circolare che ha investito nel riciclo e nella sostenibilità delle materie prime” afferma Medugno “con l’utilizzo del 63% di carta da riciclare nella produzione, che si coniuga con la restante percentuale proveniente da cellulosa – rinnovabile e certificata –  che garantisce la provenienza da foreste gestite in modo sostenibile. Nell’imballaggio il riciclo è stabilmente oltre l’85%, oltre l’obiettivo del 75% al 2025, previsto dalla normativa comunitaria”. 

Ma al centro del messaggio lanciato oggi, a Roma, da Assocarta c’è:

– l’allarme per il peso del costo energetico in cartiera e in tutta la manifattura energivora che mette a rischio 700.000 lavoratori e un export del 60% di prodotti essenziali per la stragrande parte delle filiere a valle. 

– la richiesta al Parlamento di introdurre meccanismi di allocazione dell’energia da fonti rinnovabili disaccoppiate dal prezzo dell’energia. 

“Il prezzo della energia in Italia” sottolinea Medugno “è più alto del 38% di quello tedesco, del 72% di quello spagnolo e del 87% di quello francese.  È un multiplo di quello americano e cinese. E questo per un meccanismo che prezza anche l’energia da rinnovabili al prezzo di quella prodotta col gas – che da ottobre ad oggi – è aumentato più del 30% sulla base degli scambi sul mercato di Amsterdam, nonostante l’import venga nella sostanza da Sud”.

La sfida della decarbonizzazione è al centro degli investimenti delle cartiere che ad oggi sono principalmente alimentate da gas naturale con il quale si ottiene energia elettrica e calore mediante auto-produzione in cogenerazione, ma il settore sta lavorando ad altre soluzioni energetiche come biometano, bioliquidi, biomasse, residui di produzione e idrogeno. “Un ruolo particolare nel tour dei cantieri dello scorso anno è stato, infatti, ricoperto dai comparti/siti pro­duttivi fortemente energivori come l’industria del vetro, della carta o dell’acciaio. Settori fortemente impegnati nei percorsi di decarbonizzazione, ma al tempo stesso in continua tensione per le oscillazioni del costo del gas” si afferma nel Report presentato da Legambiente. 

La necessità di accrescere la competitività dell’industria italiana, ridurre i costi energetici e supportare il processo di decarbonizzazione dei settori hard to abate sono obiettivi che possono essere raggiunti adottando una strategia diversificata che, oltre all’efficientamento energetico, includa l’economia circolare, l’uso di combustibili low carbon, l’elettrificazione dei consumi e l’utilizzo di vettori energetici innovativi. È con questo obiettivo che Assocarta ha sottoscritto un accordo con il GSE e con il CIB Consorzio Italiano Biogas per il biometano agricolo.