Giovedì 10 aprile il Consorzio Bestack è stato a Bruxelles, nella sede della Commisisone Europea a Palazzo Berlaymont, al meeting del sottogruppo “Action and Implementation” della Piattaforma Europea sulle Perdite e gli Sprechi alimentari, di cui è copresidente. Il consorzio per tutto il 2025 coordinerà infatti i lavori del sottogruppo – nato all’interno della piattaforma istituita dalla Direzione generale della Salute e della sicurezza alimentare (DG Sante) – sul tema degli imballaggi. La domanda chiave è: cosa può fare il packaging per ridurre lo spreco alimentare? Su questo punto si concentrerà il contributo di Bestack, con l’obiettivo di proporre soluzioni concrete, replicabili e sostenibili, a sostegno di tutta la filiera.
Ed è proprio insieme alla filiera che il direttore di Bestack Claudio Dall’Agata si è presentato a Bruxelles. Insieme a lui sono intervenuti al meeting Lorenzo Siroli, ricercatore presso il Dipartimento di Scienze e Tecnologie Agro-Alimentari (DISTAL) dell’Università di Bologna, a rappresentare la ricerca scientifica sul packaging, Gianni Ceredi, responsabile della sperimentazione di Apofruit Italia, a portare la voce della produzione, e Carlo Bevini, direttore generale dello stabilimento di San Felice sul Panaro (MO) di International Paper, azienda socia di Bestack, in rappresentanza della produzione di cartone ondulato per ortofrutta.
Durante il meeting Lorenzo Siroli ha raccontato i nove anni di ricerca svolta dal DISTAL sull’imballaggio Attivo di Bestack, sotto la guida della professoressa Rosalba Lanciotti. Una ricerca culminata con il brevetto (inventori Rosalba Lanciotti, Fausto Gardini, Francesca Patrignani e Lorenzo Siroli) di questo speciale packaging in grado di prolungare la shelf life degli ortofrutticoli, riducendo concretamente lo spreco. “L’imballaggio Attivo, grazie a una miscela di oli essenziali naturali nebulizzati sul cartone ondulato e rilasciati gradualmente nel tempo, è in grado di ridurre la carica microbica e limitare l’insorgenza di muffe sui prodotti ortofrutticoli, allungandone quindi la vita di scaffale – spiega Siroli -. Questo si traduce in una riduzione degli scarti nella fase distributiva superiore in molti casi anche al 10% in funzione del prodotto e delle condizioni operative”. “La nostra ricerca – aggiunge – è iniziata nel 2014 in laboratorio e si è evoluta nel tempo fino a test su scala reale nella GDO, dove ne abbiamo certificato l’efficacia”.
Cartone Attivo: un ruolo fondamentale nel trasporto di ortofrutticoli
L’obiettivo del meeting a Bruxelles è far emergere le funzioni degli imballaggi e i benefici del packaging Attivo nella riduzione delle perdite alimentari lungo la filiera ortofrutticola. Gli imballaggi, infatti, servono al netto di qualsiasi ideologia, perché i prodotti devono essere trasportati dalle zone di produzione a quelle di consumo. Secondo i dati Freshfel in Europa l’import da altri paesi UE vale il 59% dei consumi europei di frutta e verdura, in Germania il 76% e in Belgio il 121%. In questo scenario, il ruolo del packaging nella logistica diventa determinante per preservare qualità, freschezza e sicurezza del prodotto.
“Apofruit rappresenta una delle realtà più significative del comparto ortofrutticolo nazionale, per volumi, varietà e territori – dichiara Gianni Ceredi, responsabile della sperimentazione di Apofruit Italia -. La riduzione delle perdite lungo la filiera è una sfida prioritaria: l’imballaggio può fare la differenza, soprattutto in post raccolta. In questo contesto, le soluzioni innovative come il cartone Attivo si rivelano sicuramente interessanti per contrastare il deterioramento dei prodotti, in particolare quelli più sensibili a rapida deperibilità, migliorando la conservabilità e riducendo concretamente gli sprechi”.
I benefici dell’imballaggio Attivo in numeri
In Italia oggi si consumano 5,7 milioni di tonnellate di ortofrutta. Considerando una riduzione dello scarto dell’8% – il beneficio medio calcolato sugli imballaggi Attivi – ogni anno in Italia grazie a questo speciale packaging in cartone ondulato si potrebbero salvare dallo spreco 460 mila tonnellate di frutta e verdura, pari a quasi 1 miliardo di euro di valore salvato.
Per dare un ordine di grandezza: le 460 mila tonnellate di ortofrutta salvate dallo spreco equivalgono a due volte il consumo annuale di frutta e verdura della popolazione di Bruxelles (dando per assunto che in media si consumino i 400 grammi al giorno consigliati dall’Oms).
“Serve il sostegno dell’Europa per valorizzare questi risultati”
“Sono benefici enormi, non solo dal punto di vista economico, ma anche in termini di sostenibilità complessiva – sottolinea il direttore di Bestack Claudio Dall’Agata -. Con questo spirito crediamo che l’imballaggio Attivo possa essere uno strumento concreto per ridurre gli sprechi e l’impatto ambientale. L’idea è che possa rientrare tra le prossime misure ammissibili dei piani operativi delle OP. È una misura che potrebbe valere per la produzione ortofrutticola tra i 50 e i 60 milioni euro all’anno, in grado però di generare un beneficio economico e sociale fino a venti volte superiore”.
Per questi motivi Ortofrutta Italia, l’organizzazione interprofessionale di settore, ha condiviso l’impianto strategico della proposta e ha fatto pervenire il proprio supporto con un documento ufficiale presentato alle DG Sante e Agri della Commissione Europea.
“Noi, come produttori di imballaggi in cartone ondulato, possiamo mettere in campo tecnologia e innovazione per combattere lo spreco – dichiara Carlo Bevini, direttore generale dello stabilimento di San Felice sul Panaro (MO) di International Paper -. Ma per farlo serve un sostegno concreto. Oggi affrontiamo un paradosso: i costi dell’innovazione ricadono su chi produce il packaging, mentre i benefici si trasferiscono alla distribuzione e al consumatore finale. Questo squilibrio va colmato. Occorre un attivatore del cambiamento, un supporto che accompagni la filiera nell’adozione di soluzioni realmente sostenibili”.
“Abbiamo portato sui tavoli comunitari punti strategici fondamentali e condivisi con l’interprofessione ortofrutticola. L’auspicio è che si allarghi la platea di sostegno a questa proposta, nell’interesse dell’ortofrutta italiana” conclude Dall’Agata.