HP nasce come società multinazionale americana di tecnologia dell’informazione con sede a Palo Alto, in California. Ora l’azienda sviluppa e fornisce hardware e software e servizi correlati a consumatori, piccole, medie e grandi imprese, compresi clienti in ogni settore della comunicazione grafica, del packaging e dell’istruzione con una sola parola in mente: digitale.
HP è stata fondata in un garage a Palo Alto da Bill Hewlett e David Packard nel 1939 e inizialmente produceva una linea di apparecchiature elettroniche di test e misurazione. Bill e Dave hanno creato più di un oscillatore di frequenza a bassa distorsione per la produzione del film d’animazione Fantasia di Walt Disney, creando un modo di fare business: il metodo HP. Ora l’industria grafica può affidarsi ad HP per ogni esigenza applicativa, dall’etichetta agli imballaggi, dall’editoria alla stampa commerciale con enormi possibilità di creare materiali stampati esclusivi con una qualità di stampa eccezionalmente elevata.
Per comprendere meglio i valori e l’evoluzione di HP negli ultimi anni abbiamo parlato con Noam Zilbershtain, VP & General Manager di HP Indigo & Scitex.
La visione di HP oggi e cinque anni fa: cosa è cambiato?
“In sostanza, la nostra visione non è cambiata molto. HP Indigo resta impegnata a guidare la transizione dall’analogico al digitale. Inizialmente, il nostro obiettivo principale era fornire stampa di alta qualità e versatilità nel settore della stampa digitale. Una volta raggiunto questo traguardo, abbiamo spostato la nostra attenzione per dare priorità alla produttività e all’automazione. Nel 2020, abbiamo fatto un significativo passo avanti introducendo le serie 5 e 6, insieme alla rivoluzionaria tecnologia LEPX. Inoltre, ci stiamo impegnando per arrivare a un nuovo livello di digitalizzazione e definire lo standard per l’automazione del settore della stampa. Il nostro viaggio nell’automazione è iniziato nel 2016 con l’introduzione di PrintOS. Oggi, con migliaia di utenti giornalieri, abbiamo una profonda conoscenza delle esigenze dei nostri clienti in termini di soluzioni end-to-end e questo rimane il nostro obiettivo principale, che sarà presentato a drupa”.
In che modo HP intende guidare la trasformazione digitale, perché un trasformatore di etichette o imballaggi flessibili dovrebbe concentrarsi oggi sul digitale e perché dovrebbe scegliere il digitale proposto da HP?
“Le tirature di stampa si riducono e la pressione sul reparto di produzione aumenta. Agilità, time-to-market rapido, stampa locale, sfide della catena di fornitura e normative sulla sostenibilità: queste sono tutte tendenze che guidano il cambiamento. Nel mondo di oggi, anche i settori in crescita come quello delle etichette e degli imballaggi non possono permettersi di ignorare queste esigenze. Coloro che cercano di stare al passo con i tempi e guidare il proprio mercato devono riconoscere questo cambiamento. Non si tratta più solo di tirature brevi e campagne con più appeal. In HP Indigo, la nostra tecnologia è in continua evoluzione. Con le nostre nuove macchine da stampa incentrate sulla produttività, sul costo totale di proprietà (TCO) e sull’automazione, il tutto mantenendo la famosa qualità e versatilità Indigo, la risposta al perché scegliere Indigo diventa piuttosto semplice”.
HP con le sue soluzioni vuole sempre stupire ma qual è la sua strategia non solo per stupire ma per convincere ad acquistare soluzioni che dal punto di vista del “costo” non sono alla portata di tutti?
“Una macchina da stampa Indigo, come la macchina da stampa HP Indigo 6K nella nostra gamma entry-level, può essere più costosa di una semplice macchina da stampa a toner o inkjet di alcuni concorrenti, ma offre funzionalità e durata significativamente maggiori. In definitiva, osserviamo che i clienti di Indigo stanno registrando una crescita molto più rapida rispetto ai rispettivi mercati. Il nostro obiettivo è fornire il miglior rapporto qualità-prezzo piuttosto che coprire tutte le fasce di prezzo. Per coloro che cercano una HP Indigo, anche le nostre macchine da stampa Certified Pre-Owned (CPO) rappresentano un’opportunità interessante. Inoltre, con HP Indigo V12, siamo certi di offrire il miglior costo totale di proprietà (TCO) per la maggior parte dei lavori, in particolare per i trasformatori che hanno la necessità di produrre volumi elevati”.
E l’Italia: qual è la situazione nel nostro paese per quanto riguarda il parco installato e le prospettive per il futuro?
“Relativamente a etichette e imballaggi, l’Italia vanta la terza più grande base installata di macchine da stampa Indigo in Europa, dopo Francia e Germania, e si colloca al quinto posto a livello globale. La nostra squadra locale dedicata lavora ogni giorno a stretto contatto con i trasformatori per garantirne il successo e per espandere ulteriormente la nostra presenza in tutto il paese”.
HP è un marchio iconico, ma considerato il clima economico teso, non esiste il rischio che i trasformatori preferiscano mantenere le loro apparecchiature analogiche esistenti e investire in apparecchiature a basso costo in attesa di giorni migliori?
“Proprio a causa della situazione difficile, i trasformatori hanno bisogno più che mai di un parco macchine di produzione ibrido, ovvero dove accanto a ogni macchina da stampa offset ci sia una macchina da stampa digitale. Affidarsi esclusivamente ad apparecchiature analogiche non fornirà la produttività e le capacità necessarie per prosperare. È stato dimostrato che le aziende che investono saggiamente in questi periodi sono quelle che si muovono rapidamente e sostengono la crescita. Le conversazioni con i trasformatori rivelano che la sostituzione delle apparecchiature analogiche obsolete sta diventando sempre più urgente a causa delle esigenze di efficienza e delle sfide nel reperire lavoratori qualificati per far funzionare tali macchine da stampa. Ad esempio, l’introduzione della HP Indigo V12 offre un vantaggio significativo: con una sola macchina da stampa è possibile ottenere la stessa produttività di due (o anche tre o quattro) macchine da stampa flessografiche, tutte gestite da un singolo operatore”.
Oggi si usa molto la parola sostenibilità: come fa HP a dimostrare di essere davvero sostenibile?
“HP dimostra il proprio impegno verso la sostenibilità attraverso varie iniziative: stampe riciclabili, ottimizzazione del consumo energetico, modalità di stampa che riducono il consumo di inchiostro, implementazione di pratiche di economia circolare per i contenitori di inchiostro e risparmio dei supporti grazie all’automazione del controllo qualità. Per noi la sostenibilità non è solo uno slogan. Gli scarti dei supporti sono responsabili del 60% dell’impronta di carbonio nella stampa. La versatilità di HP Indigo e la nostra capacità di consentire ai clienti di stampare su materiali riciclabili e compostabili comportano cambiamenti significativi”.
Se dovesse dare ai trasformatori un consiglio nel loro percorso verso drupa: cosa devono tenere d’occhio?
“Solitamente preferiamo ascoltare e imparare dai nostri trasformatori riguardo alle loro esigenze, ma se dovessi dare un consiglio, suggerirei di prestare attenzione alle significative e dirompenti novità nei vari segmenti. La tecnologia digitale sta diventando sempre più importante e i trasformatori dovrebbero assicurarsi di tenere il passo con questa tendenza dirompente per rimanere competitivi”.