Trasferta oltre confine per Gifasp, che lo scorso 14 e 15 novembre, ospite nel quartier generale di Heidelberg a Wiesloch in Germania, ha tenuto l’Assemblea autunnale durante la quale si è discusso dell’andamento del settore alla presenza di un buon numero di aziende cartotecniche e di soci fornitori
L’Assemblea autunnale di Gifasp, il Gruppo di Assografici, che comprende i produttori di scatole e astucci in cartoncino pieghevole, che ha come presidente Alessandro Tomassini di Tecnocarta, è sempre un evento interessante per tracciare un bilancio dell’anno trascorso, discutere dei problemi del settore, dare uno sguardo al futuro, insieme ai colleghi di altre aziende, in un ambiente associativo dove la competizione viene messa in secondo piano. Se poi l’Assemblea viene organizzata presso uno dei costruttori di tecnologie per la stampa e il converting leader mondiale come Heidelberg, l’evento assume un sapore ancor più speciale. Ed è proprio ciò che è accaduto lo scorso novembre quando gli associati di Gifasp sono stati accolti nel “Print Media Center Packaging”, nel quale sono presenti le macchine da stampa offset, digitali e le tecnologie per il converting per un ciclo di produzione completo di un’azienda cartotecnica, incluso il flusso di lavoro e la produzione di lastre. L’incontro è avvenuto con una vista dall’alto sul demo center, un fiore all’occhiello per Heidelberg, che ha concentrato molti investimenti in questo settore di vitale importanza per la strategia del business futuro.
A fare gli onori di casa Stephan Plenz, membro del board di Heidelberg e responsabile di tutta la parte tecnologica del costruttore tedesco che ha dato un caloroso benvenuto agli ospiti provenienti dall’Italia, un buon numero di aziende cartotecniche fra le più rappresentative del settore, alle quali sono state presentate le strategie del costruttore tedesco, oggi focalizzate sempre più nel mondo del packaging, sia con la stampa digitale, che con la offset e le tecnologie di finishing e converting.
Heidelberg: market leader nel mercato delle macchine da stampa
a foglio per la cartotecnica
Presente anche lo stato maggiore di Heidelberg Italia, con Mauro Antonini che ha raccontato con orgoglio come nel 2018 Heidelberg, che nelle offset per packaging è stato l’ultimo costruttore a entrare in questo segmento, sia diventato leader di mercato con un market share del 52%.
La giornata è poi proseguita con presentazioni e demo sul flusso di lavoro Prinect, il sistema Multicolor, un software che lavorando su un mix di diverse tipologie di retino AM/stocastici consente la riproduzione di una gamma colore molto ampia, riuscendo a simulare molte tonalità Pantone con sette colori fissi in macchina (solo in presenza di una corretta linearizzazione della macchina), anche in digitale (la percentuale precisa di cosa, non si capisce? può variare da cliente a cliente in base alle tipologie di lavori da riprodurre e infatti Heidelberg è disponibile a sedersi al tavolo per discutere se una scelta tecnica di questo tipo possa essere ideale o meno), la Primefire 106, la digitale di casa Heidelberg formato 70×100 per la cartotecnica, la XL 106 8 colori e la XL 162 oltre alle fustellatrici e piegaincolla MK, il partner cinese al quale Heidelberg ha affidato la produzione, su propri progetti, delle macchine per il converting. “Tutta la nostra tecnologia è improntata alla filosofia push-to-stop, ovvero una produzione continua senza interruzione da parte dell’operatore, un concetto che nella prossima Drupa continueremo a promuovere perché capace di dare grandi risultati sia in termini di qualità dello stampato che di produttività e quindi ovviamente anche per quanto riguarda i vantaggi economici”, aggiunge Antonini.
Nel cuore della produzione tecnologica: dalle macchine da stampa alla produzione degli ingranaggi
Proprio dietro la parete del “Print Media Packaging Center” è collocata una delle aree più top-secret dello stabilimento Heidelberg, un’area che difficilmente viene aperta al pubblico e che eccezionalmente è stata aperta al gruppo Gifasp (ma purtroppo senza la possibilità di fotografare) ovvero dove avviene la produzione e il collaudo delle Primefire 106, delle tecnologie digitali di Gallus e delle offset commerciali e cartotecniche.
Molto interessante anche la visita al reparto di produzione degli ingranaggi delle macchine Heidelberg. Un tour molto istruttivo per capire cosa ci sia dietro un’azienda del genere. Ricordiamo che Heidelberg è proprietaria di una fonderia nelle vicinanze di Stoccarda e quotidianamente riceve un carico di semilavorati che poi nei vari reparti prendono forma, come per esempio gli ingranaggi delle macchine, che vengono controllati a uno a uno a garanzia della massima precisione di stampa, poiché come ricordava Mauro Antonini, la qualità della macchina da stampa passa inevitabilmente dalla precisione del lavoro degli ingranaggi. L’utensile per produrre gli ingranaggi ha un costo che varia fra 15 e 60 mila € a seconda del diametro da produrre e viene utilizzato per la produzione di una sessantina di ingranaggi, dopodiché va sostituito. Questo è solo un piccolo ma significativo esempio per capire davvero anche il valore che c’è dietro una tecnologia di alta qualità dove tutto, dal singolo bullone all’elemento più in vista sulla macchina, richiede la massima attenzione in produzione per poter garantire il top della qualità.
Giusto per dare qualche numero, in una superficie di poco meno di un milione di metri quadri lavorano circa 6 mila persone: un piccolo paese al servizio delle tecnologie Heidelberg.
Il settore cartotecnico ai raggi X
Marcello Antonioni di StudiaBO ha presentato i dati dell’Osservatorio Economico relativo alle condizioni economico-finanziarie del settore italiano degli astucci e scatole pieghevoli, analizzando 62 bilanci di aziende sia associate Gifasp che non.
Il settore si conferma in buona salute, con crescita dei fatturati e livelli adeguati di redditività.
Tra le aziende analizzate, si distingue un 16% di aziende “best performers” che ha registrato un livello di EBITDA superiore al 15% del valore della produzione. Abbastanza contenuto anche il livello di indebitamento del settore sempre paragonato alla media manifatturiera.
L’analisi dei bilanci 2018 per settori merceologici ha confermato il buon andamento per le imprese specializzate nella produzione di packaging cosmetico, rispetto a general packaging e farmaceutico, con tassi di crescita, livelli dei margini e capacità di autofinanziamento decisamente più elevate della media del settore.
Passando invece all’analisi dimensionale delle aziende, si nota come le medie imprese, quelle con personale da 50 a 99 unità, siano capaci di performance particolarmente favorevoli sia per quanto riguarda la crescita nel lungo periodo sia per una certa solidità finanziaria. Questo risultato non tiene conto dell’eventuale appartenenza a Gruppi di diverse aziende, elemento che potrebbe costituire un fattore critico di successo soprattutto in termini di efficienza, alla luce delle possibili economie di scala realizzabili più facilmente a livello di gruppo. L’analisi dei bilanci 2018 conferma, infine, performance decisamente più favorevoli nell’efficienza d’uso del capitale investito per le imprese del settore più orientate all’esportazione (con almeno il 20% del fatturato realizzato all’estero), che beneficiano anche di tempi medi di incasso da clienti (giorni clienti) significativamente inferiori alla media.
Le prospettive a breve-medio termine appaiono complessivamente favorevoli per i ricavi del settore: il commercio mondiale settoriale (fonte ExportPlanning.com) è arrivato (secondo le pre-stime 2019) a sfiorare i 29 miliardi di euro, con un ritmo medio annuo di crescita di oltre 5 punti percentuali nei valori in euro nell’ultimo decennio (2009-2019); nello scenario 2020-2023 si prevedono aumenti medi annui nell’ordine del +4.5% in euro.
Dal dibattito seguito alla presentazione è tuttavia emersa la preoccupazione per l’andamento volatile del costo della materia prima; in particolare, preoccupa un eccesso di carta da macero che di fatto ha messo in luce un processo di economia circolare incapace di “chiudere la catena”, con gravi ripercussioni sull’intero settore. Come sottolineato da alcuni operatori intervenuti, infatti, ”la Cina non acquista più il macero dall’Europa, le cartiere europee non riescono a smaltire tutta la carta proveniente dalla raccolta differenziata ed ecco che la catena si spezza; questo è un problema molto serio al quale prima o poi bisognerà mettere mano per evitare ulteriori problemi di competitività nel settore”.
Gifasp Academy
Come annunciato dal Presidente di Gifasp Alessandro Tomassini, (il comitato esecutivo è stato costituito lo scorso ottobre, ed è quindi pienamente operativo), è in cantiere un nuovo progetto per avviare un’Accademia che possa portare nel medio periodo a un’implementazione di seminari, sviluppo di tematiche comunemente affrontate in azienda e che con il prezioso supporto dei tecnici delle aziende fornitrici di materiali e tecnologie, possano essere discusse a livello associativo. Verranno inoltre predisposti dei documenti di lavoro per poter fornire così delle procedure standard da far seguire ai tecnici che lavorano nelle aziende cartotecniche.